Il polpo nuotava trascinando i tentacoli, lasciava dietro di sé una scia di polvere e ciottoli di mare che si mischiavano schiumanti con le bollicine generate dal suo passaggio.
Il suo movimento, in genere leggero e sinuoso, appariva pesante come se stesse trascinando uno scoglio. L’animale marino procedeva a testa bassa, senza prestare attenzione a ciò che aveva intorno.
<<Eccoti! Finalmente ti ho trovato!>> esclamò una voce entusiasta. Il polpo arrestò la sua lenta e triste marcia, e alzò il morbido testone rotondo. La sabbia e ciottoli si depositarono fluttuando di nuovo sul fondale alle sue spalle.
<<Dove eri finito Otto? Ti ho cercato ovunque>> disse Trop, l’anguilla di mare. Guizzò intorno al polpo veloce e poi tornò a guardarlo in volto sorridente.
<<Ciao Trop>> salutò Otto il polpo mogio. Trop corrugò la fronte serpentesca.
<<Qualcosa non va Otto?>> chiese preoccupato. Otto scosse il testone e poi riprese a nuotare, sbuffò e delle bollicine risalirono scoppiettanti verso l’alto. Trop le seguì con lo sguardo poi prese a zigzagare dietro l’amico.
<<E’ successo qualcosa?>> chiese ancora l’anguilla.
Otto non sembrò sentirlo, continuò a nuotare con lo sguardo basso. Trop lo osservò trascinare i tentacoli, era confuso e sempre più preoccupato. Era evidente che qualcosa non andava nel suo amico a otto braccia e lui voleva sapere cosa.
Trop scattò con la coda e veloce raggiunse Otto che si era allontanato di qualche passo, un vortice di bollicine lo seguì.
<<Cosa è successo?>> chiese di nuovo con maggiore insistenza. Otto alzò appena il tondo testone.
<<Niente>> borbottò e abbassò di nuovo lo sguardo. Trop fece una smorfia.
<<Non è vero, so che stai mentendo, è evidente>> disse l’anguilla di mare, girò intorno all’amico.
<<Guarda che ti pizzico se non mi dici la verità>> lo ammonì. Trop alzò la coda e dalla punta fece fuoriuscire una piccola scarica elettrica. Non lo avrebbe mai colpito con l’intenzione di ferirlo, voleva solo sottolineare che non si sarebbe arreso finché l’amico non avesse vuotato il sacco.
Tuttavia, la minaccia di venire pizzicato non servì a smuore il cefalopode. Otto sospirò, altre bollicine comparvero nell’acqua risalendo verso la superficie. Trop serrò la mascella e guizzò davanti all’amico.
<<Avanti Otto>> lo incoraggiò <<Che hai? Stai male? Ti fa male qualcosa? I tentacoli? La testa forse?>>. Trop parlò in fretta, scattò frenetico a controllare ogni parte del corpo del polpo menzionata.
<<Non può farmi male quello che non ho>> mormorò Otto affranto, arrestò di nuovo la sua marcia e arricciò i tentacoli come se volesse abbracciarsi da solo. Trop interruppe la sua ispezione e tornò a guardare l’amico.
<<Che significa?>> domandò confuso, inclinò la testolina.
<<Sono senza cervello>> rispose solamente Otto, le labbra piegate all’ingiù.
<<Chi ti ha detto questo?>> chiese il serpentello marino sorpreso e sconvolto.
Otto esitò un momento. <<Phin>> disse alla fine.
<<Quel presuntuoso di un delfino!>> sbottò Trop arrabbiato, la coda frustò l’acqua con un guizzo elettrico. Nuotò intorno all’amico agitato e frustrato.
Phin era un delfino con un ego spropositato che lo faceva gonfiare più di un pesce palla. Non perdeva mai l’occasione di vantarsi delle sue qualità. Tutto perché gli umani consideravano quelli della sua specie come gli animali più belli e intelligenti del mare. Che ne potevano sapere gli umani del mare, non vivevano nell’acqua, non avevano idea di cosa ci fosse sotto la superficie, credevano di saperlo ma in realtà non sapevano nulla. L’unica cosa che erano capaci di fare era rovinare la loro casa.
Trop sbuffò, creando un piccolo vortice di bollicine scoppiettanti.
<<Otto non devi ascoltare quel pallone gonfiato>> disse avvicinandosi all’amico. <<Non è vero che non hai cervello>> cercò di incoraggiarlo.
<<Ha detto che ho la testa grossa >> mormorò triste. << e vuota>> aggiunse.
Trop ringhiò e si mosse nervoso. Avrebbe voluto dare una bella scossa a quel delfino gonfiato e vedere se poi aveva qualcosa da dire con quella voce stridula di cui si vantava tanto.
<<Non è vero>> disse sicuro <<Sai che non è vero>>.
<<Sì, invece>> disse Otto e intrecciò i tentacoli.
<<No, invece>> affermò Trop.
Otto era visibilmente triste e Trop era dispiaciuto, non voleva vedere il suo amico stare male. Le parole di Phin lo avevano ferito e questo fece infuriare l’anguilla di mare.
In pochi sanno quanto potenti possono essere le parole, esse possono infliggere molto dolore, anche più di un amo nel palato, anche più di un arpione nel fianco. Lasciano ferite invisibili difficili da curare.
Trop prese un lungo respiro e con esso lasciò andare la rabbia e la frustrazione, non avrebbe aiutato il suo amico in quello stato. Rilassò il corpo, la coda smise di frustare l’acqua e tornò a muoversi sinuosa.
<<Otto>> chiamò, si avvicinò all’amico. Il polpo alzò i grandi occhi scuri su di lui. <<Non dare peso alle parole di Phin, non dare peso alle parole di nessuno che non ti conosca per quello che sei>> gli disse con dolcezza e fermezza.
Otto non sembrava convinto, Trop strinse le labbra. Doveva trovare il modo di tirare su di morale il suo amico, distolse lo sguardo, con la coda dell’occhio intravide un corallo rosso in lontananza e gli venne un’idea.
<<Sai>> esordì <<L’altro giorno un gruppo di carpe mi ha dato dell’invertebrato codardo>> raccontò.
<<Davvero?>> chiese Otto incuriosito.
<<Sì>> confermò Trop.
<<Ma tu hai le vertebre>> fece notare il polpo.
<<Già, molti pensano che poiché sono flessuoso, io non abbia uno scheletro, assurdo vero?>> esclamò con un sorriso. Otto annuì.
<<Mi hanno sfidato a passare in mezzo a due rocce coperte di coralli appuntiti e se mi rifiutavo, ero un codardo invertebrato>> spiegò Trop.
<<E tu cosa hai fatto?>> chiese il polpo.
<<Gli ho dimostrato che si sbagliavano, proprio grazie alla mia flessuosità sono riuscito a passare tra i coralli senza ferirmi>> raccontò l’anguilla. <<Tu devi fare lo stesso, non permettere a tipi come Phin di renderti triste, dimostragli che si sbagliano sul tuo conto>> lo incoraggiò.
<<E come?>> domandò Otto <<Come dimostro che si sbagliano? Che non ho la testa vuota?>>.
<<Ti mimetizzi quando non serve?>> chiese Trop.
<<Questo cosa centra?>> domandò confuso Otto.
<<Rispondi>> replicò solamente l’anguilla.
<<No, mi mimetizzo solo quando è necessario>> rispose Otto.
<<Che cosa altro sai fare, oltre a mimetizzarti?>> domandò ancora Trop. Il polpo inclinò il testone molle, leggermente confuso.
<<Avanti, dimmi cosa altro sai fare>> lo incoraggiò, Trop sorrise e guizzò con la coda impaziente. Otto ci pensò un po’, abbassò lo sguardo sui suoi tentacoli, ne mosse un paio davanti a sé, uno dietro si piegò delicato e sfiorò il testone, sembrava si stesse grattando il retro della nuca.
<<So costruire ripari>> disse, i grandi occhi neri si focalizzarono di nuovo sull’amico <<riesco ad afferrare e lanciare le conchiglie e altri oggetti che trovo sul fondale>> proseguì <<so orientarmi e se voglio posso perdere i tentacoli per distogliere l’attenzione e fuggire>> concluse.
<<Ecco! Questo dimostra che si sbagliano!>> esclamò Trop entusiasta.
<<Che perdo i tentacoli?>> chiese disorientato Otto.
<<No!>> rispose divertito Trop. <<Quello che fai e quello che sei, è ciò che dimostra che Phin e quelli come lui hanno torto, ci vuole intelligenza per capire quando mimetizzarsi, come orientarsi, per scegliere cosa prendere, come costruire un riparo>> spiegò. <<Chi ti conosce lo sa>> aggiunse.
Otto annuì pensieroso, stava riflettendo sulle parole dell’amico, aveva la spaziosa fronte increspata. Trop attese con un angolo della bocca sollevato. Il suo amico era una delle creature più intelligenti di tutto l’oceano, non solo ma quelli della sua specie avevano tre cuori e questo voleva dire che lui era tre volte più sensibile.
<<Hai ragione>> disse alla fine, balzò sul fondale facendo alzare la polvere e spostando i ciottoli. <<Phin è solo un idiota>> esclamò.
<<Ben detto!>> affermò Trop e girò su se stesso elettrizzato. Otto sorrideva finalmente e questo rendeva il cuore di Trop pieno di gioia, era riuscito a far tornare il sorriso sul volto dell’amico.
<<Grazie Trop>> disse Otto grato.
<<Figurati Otto, servono a questo gli amici>> replicò Trop con un sorriso. <<Dai! Andiamo a vedere se troviamo qualcosa da sgranocchiare!>> suggerì.
<<Penso che sia un’ottima idea>> commentò Otto.
Il polpo e l’anguilla si incamminarono lungo il fondale, nuotando l’uno accanto all’altro.