Un regno era minacciato da un drago che mangiava il bestiame e distruggeva il raccolto. Il popolo allo stremo invocò l’aiuto del Re. Il Re convocò i suoi consiglieri.
<<Mio signore, se volete liberarvi del drago dovrete mandare il più valoroso dei vostri guerrieri a recuperare degli oggetti>> gli dissero.
<<Quali oggetti?>> chiese il Re.
<<Una ciocca della criniera di un leone, l’unghia di un orso e la zanna di un lupo>> risposero i saggi.
<<A cosa servono questi oggetti?>> chiese il Re confuso, non capendo come la ciocca della criniera di un leone, l’unghia di un orso e la zanna di un lupo potessero essere utili contro il drago.
<<Il drago può essere ucciso solo da colui che è coraggioso, forte e leale. Egli dovrà uccidere le bestie e prendere gli oggetti>> rispose i saggi.
Il Re non domandò altro, fidandosi dei suoi consiglieri, chiamò il più valoroso dei suoi guerrieri e lo investì della missione.
Il giovane cavaliere partì all’alba, si diresse alle praterie selvagge dove viveva il più feroce dei leoni. Lo trovò disteso sull’erba, si alzò lentamente quando lo vide arrivare, era maestoso e fiero.
Il giovane guerriero strinse la presa sulla sua spada e facendosi coraggio si avvicinò. Il leone lo guardava per niente intimorito. Il cavaliere alzò con mani tremanti la spada per colpire ma si fermò, cadde in ginocchio.
<<Non sono abbastanza coraggioso>> mormorò affranto col capo chino.
<<Ci vuole coraggio per ammettere di avere paura>> disse il leone con voce possente e il cavaliere alzò la testa sorpreso.
<<So perché siete qui, prendete ciò che vi serve>> disse il leone, fece un passo avanti e piegò la testa pelosa.
Il cavaliere tagliò con la spada una ciocca della sua criniera e la mise via.
<<Vi ringrazio>> disse, il leone fece un cenno col capo e il cavaliere riprese il suo viaggio.
Cavalcò fino al fiume, il suo gorgogliare era forte e la sua acqua fresca e limpida. Il cavaliere arrivò, scese da cavallo e lo vide. Sulla riva del fiume, un imponete orso era intento a pescare. Ciò gli ricordò che anche lui doveva mangiare, non poteva combattere senza energia. Con un pugnale intagliò un bastone appuntito e iniziò a pescare, dopo diversi tentativi riuscì a prendere due pesci.
Mentre li portava vicino al fuoco che aveva preparato, un forte lamento attirò la sua attenzione. Il grosso orso non era riuscito a pescare niente, lo vide colpire l’acqua con frustrazione.
Il cavaliere abbassò lo sguardo sui pesci appena pescati e pensò che non sarebbe stato equo combattere con qualcuno senza forze, così si avvicinò all’orso. L’animale lo vide con la coda dell’occhio. Il cavaliere spinse uno dei pesci davanti a lui, l’orso lo osservò e si sedette.
<<È forte colui che non solo ha muscoli ma anche il cuore>> disse l’orso <<Prendete ciò per cui siete venuto>> allungò una zampa sopra il pesce.
Il cavaliere estrasse di nuovo il piccolo pugnale e con quello tagliò una delle unghie dell’orso. Lo guardò mentre tirava a sé il pesce.
<<Vi ringrazio>> disse il cavaliere e mise via l’unghia con la ciocca della criniera del leone.
<<No, grazie a voi>> replicò l’orso e iniziò a mangiare il pesce.
Il cavaliere fece lo stesso, consumò il suo pasto e dopo aver riposato un po’ riprese di nuovo il suo viaggio.
Cavalcò fino alla foresta di abeti, cavalcò fino a notte e si accampò. Un fitto strato di neve soffice e gelida copriva il terreno e imbiancava gli alberi. Dormì avvolto in una coperta, accanto al fuoco.
Quando si svegliò la mattina seguente, trovò delle impronte sulla neve, impronte di un lupo. Sfoderò la spada e le seguì, lo condussero ad una radura circolare al centro della quale trovò seduto il lupo, la schiena dritta e lo sguardo reale.
Il cavaliere si avvicinò con cautela, l’animale era magnifico con due occhi profondi che sembravano guardarlo fin dentro.
<<Ditemi cavaliere, voi siete leale?>> chiese il lupo, guardandolo intensamente.
<<Sono leale a ciò che è giusto>> rispose il cavaliere <<e a me stesso>> aggiunse.
Il lupo annuì.
<<Prendete ciò che vi occorre per restare fedele al vostro branco>> disse il lupo e aprì le fauci. Il cavaliere esitò un secondo poi mise via la spada e con gesto secco strappò via una zanna al lupo che non batté ciglio.
<<Vi ringrazio>> disse il cavaliere, il lupo non rispose, lo guardò intensamente per alcuni istanti poi corse via.
Il cavaliere ora aveva tutti gli oggetti e, per sua gioia non aveva dovuto uccidere nessun animale. Tornò di corsa al Regno e li consegnò al Re e ai suoi consiglieri che rimasero alquanto sorpresi.
<<Avete trovato tutti gli oggetti, ora potete andare ad uccidere il drago>> dissero.
<<Mio cavaliere, avete le qualità necessarie, andate e sarete ricompensato>> disse il Re.
Il cavaliere partì di nuovo, in sella al suo destriero raggiunse la caverna dove si nascondeva il drago. Era profonda e i suoi passi riecheggiavano al suo interno. Secondo il Re e i consiglieri possedeva il coraggio, la forza e la lealtà necessarie per sconfiggere il drago e porre fine al male che stava compiendo nel regno.
Il cavaliere raggiunse la fine della caverna, il drago era in piedi su un enorme masso, aprì le grandi ali e mosse la coda spinosa quando lo vide.
<<Sono venuto qui per uccidervi>> disse il cavaliere, la voce meno ferma di quanto avrebbe voluto.
<<Lo so>> disse il drago e si mise diritto <<Come so che nutrite dubbi sulla vostra missione>> aggiunse. Il cavaliere sussultò, si chiese come facesse il drago a sapere dei suoi dubbi.
<<Vedo nella vostra mente e posso dirvi che avete tutte le qualità per sconfiggere il male che affligge il vostro popolo: il coraggio, la forza, la lealtà e l’intelligenza>> affermò il drago, la sua voce rimbombò nella caverna e nella mente del cavaliere.
<<Voi sapete chi è il vero responsabile>> disse ancora il drago e abbassò il muso squamoso al suo livello <<Non sono io che affamo la vostra gente>>.
<<No, è il nostro Re>> disse il cavaliere, in piedi di fronte al drago con l’armatura cigolante.
Il re era avido, lasciava che i nobili prendessero gran parte dei frutti dell’allevamento e dell’agricoltura, portando il popolo alla fame e ingannandolo, dando la colpa al drago.
<<Ora va cavaliere e compi la tua missione>> il dragò tocco con un artiglio l’armatura del cavaliere in tre punti: sulla fronte, sul braccio e sul cuore.
Il cavaliere alzò il mento fiero, rinfoderò la spada e fece un inchino al drago che ricambiò. Dopodiché uscì dalla caverna per tornare nel suo regno dove avrebbe sconfitto il vero male che lo affliggeva.