Si dice che la cosa più bella che si possa indossare sia il sorriso, quello naturale che illumina gli occhi e contagia le persone. Il secondo volume di All of You inizia con la quarta lezione di Nan Jue per Qi Shi che consiste nel “sorridere agli altri” perché come afferma lo stesso consulente d’immagine:
“Il sorriso è il modo più naturale in cui le persone esprimono le proprie emozioni. Quando sei felice, sorriderai naturalmente. Quando sei triste, non riuscirai a sorridere e non c’è bisogno che ti sforzi.
Il modo in cui il viso esprime le emozioni, il modo in cui i muscoli del volto si tendono e contorcono è stato il primo modo attraverso il quale le emozioni sono state studiate. Tutte le emozioni passano per il volto e vengono comunicate agli altri che vi entrano in sintonia.
ANTONIO DAMASIO E IL RUOLO DELLE EMOZIONI
Ciò che dice Nan Jue in All of You 2 è in effetti ciò che sosteneva Antonio Damasio, neuroscienziato portoghese che fra i primi hanno studiato le emozioni, il loro funzionamento e il loro ruolo.
Egli in particolare sosteneva che:
“Le emozioni e i sentimenti […] sono il modo di comunicare i nostri stati d’animo alle persone”
Emozioni e sentimenti hanno, secondo il neuroscienziato, non solo una dimensione mentale ma anche corporea. Esse provocano cioè cambiamenti fisici, gesti liberi e disinibiti, soprattutto a livello del volto, che hanno una componente comunicativa. Le persone intorno a noi infatti sono in grado, leggendo quei cambiamenti corporei, quei gesti ed espressioni, di dedurre il nostro stato emotivo, di adattarvisi e di rispondervi.
Adattamento, comunicazione e motivazione sono infatti le tre principali funzioni delle emozioni individuate da Damasio. Esse infatti permettono di adattarsi alle varie situazioni e ambienti attraverso il cosiddetto meccanismo di “lotta o fuggi”. È questo meccanismo che ha permesso all’uomo nel corso della storia di sopravvivere e di evolversi, influenzando il suo processo decisionale.
Le emozioni infatti motivano, ovvero spingono l’individuo ad agire, a prendere certe decisioni piuttosto che altre, causando il cosiddetto conflitto tra ragione e sentimento, tra mente e cuore. Il termine “emozione” deriva dal latino emovere che significa proprio “rimuovere, trasportare fuori, scuotere”. Quindi un’emozione è qualcosa che spinge, fa uscire dallo stato abituale, scuote e fa muovere.
Infine, l’ultima funzione che costituisce proprio la quarta lezione di Nan Jue è la comunicazione.
QI SHI E “L’ARTE DELLA PAROLA”
Le emozioni, come accennato in precedenza, sono ciò che consentono di comunicare con gli altri, di prevederne il comportamento e giocano un ruolo importante nei rapporti interpersonali e nell’adattamento all’ambiente sociale.
Per questo è importante per Qi Shi imparare ad esprimerle, farlo significa mettere chi è intorno a lui in condizioni di capirlo, di empatizzare con lui e così andare oltre il suo aspetto minaccioso per scoprire che in realtà è un bravo ragazzo, attento e premuroso. Imparare ad esprimere le proprie emozioni serve al giovane fotografo anche a capire quelle degli altri, ad adattarsi e a rispondervi in equilibrio e sintonia.
Saper comunicare è importante sia con quei gesti corporei e facciali che sono espressioni delle emozioni sia con le parole e qui arriviamo alla quinta lezione di Nan Jue che consiste nel “padroneggiare l’arte della parola”.
Albus Silente in Harry Potter e i Doni della Morte diceva:
“Le parole sono, nella mia non modesta opinione, la nostra massima fonte di magia, in grado sia di infliggere dolore che di alleviarlo”
RETORICA E DIALETTICA: ARTI DELLA PERSUASIONE TRAMITE LE PAROLE
Le parole sono un potente strumento capace di influenzare sia in senso positivo che negativo. Filosofi come Platone e Aristotele sostenevano che quello che loro chiamavano “dialettica” o “retorica”, che si basava proprio sull’uso delle parole tramite il dialogo, fosse l’unico modo per educare gli individui, persuaderli e diffondere la verità. Verità, Logos e Essere sono infatti le parole accanto alle quali si trova spesso la parola comunicazione che è fatta sia di gesti che di parole. Si tratta della cosiddetta comunicazione verbale e non verbale, dal latino “verbo” che significa “parola”. Il termine comunicazione inoltre deriva dal latino “communis” che significa “condividere, mettere in comune”.
Quindi, la quinta lezione di Nan Jue per Qi Shi è, dopo aver imparato la comunicazione non verbale, quella di imparare la comunicazione verbale per riuscire a socializzare e inserirsi pienamente nel contesto sociale.
JOHN LOCKE: IL BISOGNO DI SOCIALITÀ E IL FRAINTENDIMENTO
Per il filosofo John Locke la comunicazione, intesa come linguaggio, rappresenta uno degli aspetti fondamentali della vita umana attraverso cui l’uomo soddisfa quel bisogno di socialità che lo contraddistingue. Già Aristotele, menzionato in precedenza, affermava che l’uomo è un animale sociale, si realizza cioè solo attraverso le relazioni con l’altro. “Chi vive escluso dalla comunità” diceva il filosofo greco, “è malvagio o è superiore all’uomo”.
Per il filosofo inglese comunque la comunicazione serve non solo a soddisfare il bisogno di socialità ma anche a manifestare, esprimere, quei pensieri e quelle idee che altrimenti rimarrebbero nella mente.
Se Qi Shi, durante la riunione, non avesse condiviso la sua idea sul progetto sportivo a cui lui e il team dello studio fotografico dovevano lavorare, quell’ idea su come andava realizzato il photoshoot sarebbe rimasta chiusa nella sua mente.
La visione di Locke vede la comunicazione come strumentale all’inserimento in società, al trasferimento all’esterno della dimensione interna dell’individuo e solleva un’importante criticità.
IL MIDIUM È IL MESSAGGIO
Se la comunicazione è linguaggio, allora non c’è garanzia che tra chi trasmette e chi riceve le parole abbiamo lo stesso significato.
“Il medium è il messaggio” è una delle idee centrali dello studioso di comunicazione canadese Marshall McLuhan che sottolinea come è importante esaminare non solo il contenuto ma anche il medium, cioè il mezzo di comunicazione usato, e il modo in cui le persone percepiscono la realtà perché ne influenzano il significato.
Le parole infatti sono soggette a interpretazione, il modo in cui vengono pronunciate e il mezzo utilizzato per veicolarle possono influenzarne il significato. Per questo si creano fraintendimenti che possono poi portare a situazioni spiacevoli come quella in cui si è trovato Qi Shi nel comunicare la sua idea. Quello che voleva essere un’osservazione e un suggerimento, è stato percepito da una sua collega come una critica che l’ha ferita e l’ha fatta scappare via piangendo.
Pirandello diceva:
“Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!”
Non vi è certezza su come vengono percepite le parole così come non vi è certezza sulle emozioni che un persona sta provando. Per questo occorre fare attenzione ed è importante imparare a comunicare sia verbalmente che non verbalmente in modo quanto più possibile corretto.
UN SECONDO VOLUME PROFONDO E DELICATO
Dunque, anche questo secondo volume di All of You offre, come il primo volume (QUI la recensione), diversi spunti di riflessione e tratta temi profondi e complessi quali le emozioni, la comunicazione e il bisogno di socialità. La storia di Nan Jue e Qi Shi prosegue come la loro convivenza tra alti e bassi. Il fotografo inizia a lavorare per il desiderato studio fotografico e si trova a dover affrontare diverse sfide sia dal punto di vista sociale che emotivo. Le lezioni del consulente d’immagine si rivela molto utili per lui per riuscire finalmente a stringere legami ed inserirsi nel contesto sociale dal quale si è tenuto sempre in disparte.
Nan Jue dal conto suo deve fare i conti con il suo passato, che poi non è così passato, dal quale sta fuggendo e da una bugia nata per necessità. Il sedicente consulente d’immagine è sempre più in conflitto e sempre più a corto di tempo. La violenza domestica di cui si supponeva nel primo volume di All of You fosse vittima trova conferma in questo secondo volume.
Liang Azha tratta questo e gli altri temi con la stessa delicatezza con cui disegna e allo stesso modo illustra l’evoluzione del rapporto tra i due protagonisti che prosegue in modo lento ma constante.
Il giudizio finale su questo secondo volume della storia di All of You è sicuramente positivo, perciò si prosegue nella lettura del successivo. Dopotutto, chi vuole perdersi Qi Shi e Nan Jue vestiti da affascinanti vampiri per un Horror Party?
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